L’angoscia, le paure, le emozioni, le passioni, si contrappongono alla ragione, alla logica e alle capacità cognitive.
La paura di non essere all’altezza, di non farcela, di fallire, l’angoscia di essere “non adeguati” alle situazioni esistenziali, l’incapacità di reggere le relazioni interpersonali, sociali e affettive, possono caratterizzare e stigmatizzare un’intera esistenza scandita dal sapore amaro del disagio e della sofferenza profonda.
La capacità di controllare la propria ansia, il proprio dolore di vivere, la rabbia e l’aggressività, consente di “vincere” le inevitabili sconfitte della vita e di irrobustire lo spessore emozionale.
Dalla paura al panico il passo è breve: faccia a faccia con la paura, non come sfida ma come esercizio costante di lotta per la vita. Ciò che consente di individuare le possibili cause del panico e delle tante fobie che costellano le nostre esistenze.
La “paura della paura” col tempo costituisce un circolo vizioso difficilmente disinnescabile: la vera vittoria è l’acquisizione del controllo emozionale.
Efficienza e flessibilità rendono plastica la mente, essa impara ad affrontare situazioni avverse e difficili che altrimenti altererebbero in modo irreversibile ed ineluttabile l’equilibrio psicofisico, facendo della vita una lunga attesa, estenuante e dolorosa, della morte.