Le moderne scienze del comportamento implicano il superamento di una anacronistica dicotomia che ha diviso per un secolo di storia della psicologia, della psichiatria e della neurologia mente e corpo. Una visione sistemica e integrativa del l’uomo impone di analizzare i disturbi dell’emotività e del comportamento su un piano di complessità, che ha i propri riferimenti nei simboli e nei linguaggi, nelle strutture sociali, nei sistemi complessi di relazione interumane: ma anche nei recettori, nelle molecole e in quei domini conoscitivi che si situano a ponte tra la moderna biologia e la cibernetica dell’informazione.
Una visione meccanicistica e riduzionista dell’uomo, così come una visione solo mentalistica o sociologica, non giova a comprendere la complessità del fenomeno umano, che non può che essere letto in una visione integrata e, diciamo così, olistica. Un problema irriducibilmente complesso, che potrebbe essere definito in un certo senso «la realtà della realtà».
Qualcuno ha scritto che nel chilogrammo e trecento grammi circa di materia bianca e grigia di cui è composto un sistema nervoso centrale umano è riassunto un intero universo. E profondamente vero.
La mirabolante gamma di correlazioni che mette in rete un numero di neuroni uguali al numero di astri di una delle più grandi galassie dell’universo, forma una rete di incommensurabile complessità. Tale da poterci far sostenere che il numero di configurazioni possibili tra tutti i neuroni e tutte le correlazioni possibili, tra di essi, parrebbe superiore all’intero numero di atomi che compone infatti l’intero universo.
Effettivamente, se non vi fosse una misteriosa corrispondenza tra queste due armonie intricate, non si potrebbe immaginare come la costruzione, oltre che percezione del mondo, che realizziamo con in nostri cinque sensi e con l’integazione tra le informazioni che ne derivano a livello del sistema nervoso centrale, potrebbe realizzarsi. Così come il mistero della soggettività, della creatività nell’uomo ricercatore, dell’arte e del costruire fa sì che da questo universo interno, scaturisca un universo esterno. Ciò pone l’uomo in una logica non di pura percezione del mondo, ma anche di costruzione e di creazione.
Il bel saggio del professor Covelli si situa esattamente in questo crocevia in cui la filosofia, l’antropologia e la psicologia si intrecciano con le moderne neuroscienze. In cui un’antica sapienza cllnica diventa il punto di riferimento e il paramento di orizzonti conoscitivi ed ermeneutici, anche delle teorie e del linguaggio, che sono l’unico modo corretto di affrontare un tema di sterminata complessità.
L’orizzonte della cllnica è quello in cui, sulla base del soggettivissimo star bene o star male, si rivaluta una visione medica del sapere, che ha nell’accoglienza e nella riflessione teoretica sull’uomo sofferente un angolo osservativo del tutto privilegiato sulla stessa natura umana e sui suoi orizzonti antropologici e filosofici.
Questo è uno dei pregi di un saggio assolutamente stimolante e nuovo. Certamente utile non solo a coloro che devono formarsi in scienze del comportamento e in psicologia clinica o psicopatologia, ma anche a quelli che vogliono gettare uno sguardo critico originale e non banale sul fenomeno umano.
Alessandro Meluzzi
Istituto Superiore Sanità – Roma
Direttore Scientifico Scuola Superiore
Umanizzazione della Medicina (Regione Piemonte)
Che cosa è la paura e da che cosa nasce? E in che cosa si differenzia una ossessione da una fobia? Come si manifestano i disturbi del sonno o gli attacchi di panico? Che cosa è lo stress e da che cosa nasce la fatica cronica? Da che cosa hanno origine disturbi del comportamento come lo shopping compulsivo e la cleptomania?
Sono alcuni dei quesiti più frequenti generati dal nostro comportamento e dagli stati patologici, quesiti cui Vito Covelli risponde descrivendo quel mirabolante universo di correlazioni costanti che legano corpo e mente e che costituiscono la nostra vita psico-fisica.
L’analisi parte dal funzionamento del cervello, il più complesso organo umano ancora in parte inesplorato e che racchiude il concetto magico di mente. Noi pensiamo, agiamo e interagiamo in quanto dotati di un sistema nervoso, in grado di produrre pensieri che ci mettono in relazione con il mondo esterno. La creatività, la flessibilità, la possibilità di prevedere il futuro sono tutte funzioni ascrivibili al funzionamento della mente umana.
L’autore dedica largo spazio al tema affascinante delle cause psichiche e fisiche nella determinazione delle patologie. Vengono inoltre illustrati i rapporti tra psicologia e immunologia e tra benessere e malattia. Un particolare spazio è dedicato ai rapporti che intercorrono tra la mente e i tumori; un rapporto estremamente complesso e pluriarticolato, che, se pur lascia intravedere la possibilità che alcuni disturbi mentali possano incidere come concausalità nella genesi dei tumori, resta ancora un argomento collocato ai bordi della fantascienza.
Una parte consistente del volume tratta le cefalee primarie e tutti i sottotipi esistenti.