Ma l’insonnia nuoce alla salute?
Conosciamo le insonnie per vincerle senza pillole
Nove milioni e mezzo di italiani soffrono di insonnia cronica e oltre il 45% della popolazione si confronta, ogni notte, con insonnia acuta o transitoria e sette italiani su dieci con disturbi del sonno, quattro su dieci con difficoltà ad addormentarsi, tre su dieci con più risvegli durante la notte e due su dieci si svegliano sempre molto prima della sveglia
La durata del sonno degli italiani è sceso al di sotto delle classiche sette ore giornaliere “avvelenate”, peraltro, da risvegli continui o precoci al mattino, da russamento che colpisce il 24% e, nella sua forma più severa con conseguenze psicofisiche, il 2-4%.
Il sonno è salute e il sufficiente riposo notturno mette al riparo da flop, disturbi diurni nel lavoro e altre occupazioni del tempo, calo del rendimento, dell’attenzione, della memoria mentre dormir bene esalta le difese immunitarie. Il corretto dormire è definito “Beauty sleep” (sonno di bellezza) ma non è solo questione di estetica (“belli e freschi l mattino”) quanto equilibrio, attenzione, efficienza nella giornata.
Quasi il 20% della popolazione generale adulta assume, almeno saltuariamente, un farmaco a scopo ipnotico, mentre quasi il 10% lo assume in maniera continuativa.
“Il sonno – dice il prof. Vito Covelli, neuropsichiatra, già professore di neurologia nell’università Federico II di Napoli e direttore neurologia ospedale consorziale università di Bari – è un bisogno vitale come bere e mangiare: in qualche modo il sonno può essere considerato uno degli alimenti per il nostro cervello. Pur rimanendo un mistero per tanti aspetti, ci sono diversi studi che sottolineano come avere un buon sonno permette di mantenere in salute la nostra mente, la memoria, il sistema cardiovascolare ed anche quello immunitario Nella cultura occidentale, il sonno occupa una centralità tra una condizione di vivo e quella di morto. Il sonno è una funzione essenziale per l’organismo consente il pieno recupero delle energie psicofisiche impiegate durante il giorno. Esso rappresenta, tuttavia, una funzione istintuale, senza la quale, si va in contro a disturbi neuropsichiatrici anche gravi e ad importanti alterazioni cenestesiche.
Le alterazioni da mancato sonno, quando sono gravi, potrebbero, persino, condurre a morte il soggetto.
Paradossalmente – continua il prof. Covelli – mentre si dorme permane l’attività metabolica, il respiro è normale , anche se può cambiare durante le varie fasi del sonno, il ritmo cardiaco può variare nella fase centrale del sonno e si possono avere turbe cardiovascolari se sussistono alterazioni della quantità e della qualità del sonno REM.
Varia anche la pressione arteriosa e l’attività elettrodermica.
Durante il sonno esistono delle fasi in cui gli occhi si muovono rapidamente riproducendo all’elletroencefalogramma ritmi del tutto peculiari.
Aumenta il consumo di zuccheri e quello di ossigeno.
Durante il sonno vengono perfezionati i processi di apprendimento e di memorizzazione. La deprivazione dello stesso provoca un decadimento delle funzioni correlate all’apprendimento e alla memoria.
Il sonno si costruisce durante la vita attiva del giorno, nelle ore in cui, lentamente, ma progressivamente, si accumula una sensazione psichica di stanchezza con desiderio di dormire.
Non esiste tortura più atroce di quella di svegliare chi sta per addormentarsi: una tortura che – dice Covelli – protratta nel tempo, conduce a pazzia. Quindi il cervello lavora sempre e la fase dei rapidi movimenti oculari è la fase in cui il cervello, anch’esso, si riposa e si ristora.
La mancanza di sonno può avere un impatto sul sistema immunitario. Le persone che non hanno un sonno di qualità, o sufficiente, presentano maggiori probabilità di ammalarsi dopo essere state esposte a virus. Studi clinici e sperimentali hanno dimostrato, in modo univoco, come avvengono alcuni degli effetti del sonno sul supporto immunitario”.
Proprio durante il sonno quello profondo, avvengono, modificazioni dei parametri vitali che vanno dalla tachicardia alla bradicardia, dall’ipertensione all’ipotensione, a variazioni della temperatura corporea, a movimenti imponenti di gruppi muscolari sino alla realizzazione di alcune forme denominate parasonnie (comportamenti indesiderati che si verificano durante addormentamento, sonno, risveglio: sonnambulismo, terrori o incubi (pavor) notturni, ecc.
Negli ultimi decenni si è assistito ad un incremento notevole di casi di insonnia con conseguente comparsa di disturbi psichici.
È aumentato in modo esponenziale l’uso di compresse per combattere l’insonnia, venendosi a creare – puntualizza il prof. Covelli – il falso convincimento che una pillola possa , per così dire, “aggiustare” un meccanismo complesso e filogeneticamente antico come il sonno.
Diverse sono le forme di insonnia cui si può andare incontro. Quelle organiche sono indotte da malattie come il morbo di Parkinson, le demenze , le patologie infettive, le malattie vascolari e cardiache.
L’insonnia può essere conseguenza anche della comparsa di patologie dolorose come i reumatismi, le neoplasie, le cefalee, e malattie ormonali, nonché, metaboliche.
Le apnee morfeiche, le malattie dell’apparato respiratorio, la sindrome delle gambe senza riposo alterano la struttura del sonno.
L’insonnia si accompagna a stanchezza, irrequietezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione memorizzazione, riduzione dell’efficienza lavorativa.
I disturbi del sonno hanno un impatto negativo sulla qualità della vita e sono in crescente aumento.
Uno studio eseguito nell’università del Michigan e pubblicato sul Journal of Sexual Medicine ha dimostrato che, dopo una notte di sonno “ristoratore”, di durata compresa tra 7 e 9 ore, senza interruzioni, le probabilità di avere un rapporto sessuale soddisfacente, nell’arco della giornata, aumentano di oltre il 14%. Dormire meno di 6 ore a notte, oppure avere il sonno interrotto da frequenti risvegli, aumenta l’incidenza di disturbi sessuali oppure peggiora le disfunzioni intime già esistenti e, in particolare, la disfunzione erettile maschile ed il dolore sessuale femminile.
Diagnosticare e curare una malattia del sonno può migliorare o, in certi casi, risolvere una disfunzione sessuale. Dormire poco e male provoca o peggiora i disturbi del sesso.
I soggetti che lavorano di notte – avverte il prof. Covelli – presentano importanti alterazioni del ritmo sonno/veglia così come il cambiamento dei fusi orari induce la cosiddetta sindrome da rapido cambiamento dei fusi orari come si verifica nei piloti transcontinentali.
A causa della jet-lagsyndrome si possono verificare incidenti anche gravi.
L’epilessia, la depressione, le sindromi maniaco-depressive, la schizofrenia, le psicosi deliranti acute, il prurito , l’assunzione di alcolici e droghe alterano fortemente il rapporto quantitativo e qualitativo tra sonno REM e sonno non REM.
Per evitare scompensi così importanti – consiglia Covelli – bisogna evitare di rimanere nel letto da svegli; moderare l’assunzione di sostanze attive sul cervello come caffeina, nicotina, alcolici e tutte le sostanze stimolanti; evitare stimolazioni psichiche nelle ore che precedono il sonno, come, discussioni concitate, eccessiva concentrazione, privilegiando rituali e comportamenti rilassanti.
Evitare, in modo assoluto, i pisolini nel corso della giornata, soprattutto quelli della sera dinanzi alla televisione.
Si consiglia invece di coricarsi e alzarsi alla stessa ora, programmare attività fisiche quotidiane ma non a ridosso del riposo notturno.
Fare un bagno caldo prima di andare a letto; garantire al sonno condizioni confortevoli e mangiare a orari regolari evitando pasti abbondanti in prossimità del sonno.
Se nonostante i consigli forniti persiste l’insonnia si può fare ricorso a farmaci ipno-inducenti sotto stretto controllo medico.
Sostanzialmente questo incremento importante di sonni disturbati sia nella fase induttiva che nella fase del risveglio sono saldati – conclude il prof. Covelli – a una vera e propria epidemia di solitudine e di disagi: un doloroso, lacerante vissuto di fragilità che caratterizza i nostri giorni.