Tra i più noti medici e neurologi presenti a livello internazionale, descrive questa diffusa patologia
Poche patologie si caratterizzano per tante sfaccettature differenti quanto il disturbo ossessivo- compulsivo, una malattia capace di costringere il paziente in una ragnatela di azioni rituali, dalla quale sembra impossibile uscirne. In Italia, ne soffre circa l’8% della popolazione, ma le sfumature possono essere diverse, tanto da necessitare di percorsi personalizzati, dalla farmacoterapia alla psicoterapia. Secondo il professor Vito Covelli, tra i più noti medici e neurologi presenti nel panorama mondiale, serve dare maggiore attenzione a questa particolare patologia, che rischia di compromettere la qualità della vita privata e professionale irrimediabilmente.
LA PATOLOGIA
Il disturbo ossessivo compulsivo prende forma da due concetti fondamentali, come è possibile intuire dal nome stesso che si conferisce alla patologia. In sostanza, a pensieri ossessivi – ovvero che si ripresentano continuamente – corrispondono azioni compulsive e irrazionali, messe in atto per ridurre le sensazioni negative o controllare la paura che si verifichi qualcosa di terribile se non si ascolta la propria mente. Per fare un esempio pratico, pensiamo ai pazienti che sentono l’impulso irrefrenabile di pulire continuamente la propria abitazione, le mani o i vestiti. Queste persone temono che, in caso non si igienizzasse perfettamente ogni oggetto con cui si entra in contatto, germi e batteri possano causare terribili malattie. Per ridurre i pensieri ossessivi, dunque, pulire diventa l’unica azione possibile. Questo comportamento può generare gravi conseguenze, fino al punto in cui il paziente non riesce più a uscire di casa, per la paura di non mantenere pieno controllo. Convivere con il disturbo ossessivo compulsivo non è affatto facile, anzi, diventa una vera e propria battaglia quotidiana. Chi soffre di questa malattia ne è del tutto consapevole, poiché i pensieri ossessivi fanno incursione nella mente così intensamente da rendere impossibile non arrendersi ad essi. Tornare sempre sugli stessi pensieri è una caratteristica condivisa dalla depressione, a cui il disturbo ossessivo può associarsi. La differenza tra le due malattie è però evidente: chi soffre di depressione guarda al passato e, in particolare, ripensa a eventi traumatici o dolorosi vissuti precedentemente, ma non mette in atto azioni rituali come risposta comportamentale a queste sue sensazioni.
Liberarsi dalla rete di pensieri richiede un lungo percorso, ma è una sfida che si può vincere, affidandosi a professionisti in grado di trovare la giusta soluzione. Qui entra in gioco il neurologo, che aiuta a trovare una cura farmacologica adeguata alla specifica situazione del paziente. La psicoterapia può affiancarsi ad esso, senza però sostituirlo.
Il D.O.C. mette in atto azioni rituali come risposta comportamentale alle sensazioni negative
TORNARE SEMPRE SUGLI STESSI PENSIERI È UNA CARATTERISTICA TIPICA ANCHE DELLA DEPRESSIONE
IL PAZIENTE IN FASE AVANZATA HA TIMORE AD USCIRE DI CASA
IL PENSIERO OSSESSIVO INTRAPPOLA LA MENTE
Articolo pubblicato su “la Repubblica”