La rabbia è uno stato d’animo che tutti nella vita hanno provato almeno una volta
Come spiega il professor Covelli, si tratta di una reazione naturale quando ci si sente aggrediti, anche verbalmente, e si percepisce di dover difendere in qualche modo la propria persona.
La rabbia ha una funzione biologica ben precisa, creatasi perché l’essere umano potesse affrontare al meglio le situazioni più difficili. Tuttavia, l’evoluzione ci ha costretti a dover sopportare comportamenti potenzialmente irritanti senza poter scattare in un’azione bestiale. La rabbia, insomma, deve essere controllata. La motivazione non è solo sociale: provare questo sentimento produce effetti fisici collaterali molto fastidiosi. Henry Laborit, tra gli scienziati che più hanno contribuito alla formazione del suo significato, ha evidenziato come tale emozione abbassi le difese immunitarie.
Chi si arrabbia, non prova alcun piacere, ma una grande fatica. Come già detto, questa condizione è del tutto naturale, specialmente quanto si subisce un sopruso di qualche tipo. Tuttavia, dalla rabbia non controllata si può scatenare la violenza, sua manifestazione concreta.
La conflittualità, portata al livello più estremo, si indirizza o contro terzi o contro se stessi. D’altro canto, il suicidio stesso si può interpretare come auto-aggressività.
Dunque, se in certi momenti si può sperimentare rabbia, è necessario imparare a controllarla, prima che possa trasformarsi in un’azione concreta volta a danneggiare noi stessi o il mondo che ci circonda. Come sempre, l’ascolto più intimo e sincero di noi stessi è fondamentale per iniziare un percorso alla ricerca del nostro io, percorso che può essere coadiuvato da un professionista.
Articolo pubblicato su “la Repubblica”