Ansia
L’ansia e la preoccupazione sono accompagnate almeno da tre sintomi: irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare e sonno disturbato. L’ansia è essenzialmente un’attesa angosciosa di uno o più eventi che, secondo il paziente, si possono verificare come avversi al soggetto. esiste infatti un’ansia anticipatoria, un’ansia da separazione, l’ansia connessa ad un’attacco di panico, ansia collegata alla paura di essere molto imbarazzati in pubblico come avviene nella fobia sociale.
Tanti! Si può manifestare con tremori, dolorabilità muscolare, sensazioni di freddo alle mani, bocca asciutta, sudorazione, nausea o diarrea, minzione frequente senso di nodo alla gola. Per non parlare di frequenti episodi di tachicardia, affanno e vertigini.
Dipende dal tipo di ansia se acuta o cronica e se è connessa ad altri disturbi psichici come i disturbi dell’umore, disturbo di panico, disturbo depressivo maggiore, fobia sociale e specifica. Esiste un disturbo d’ansia correlato all’uso, abuso e conseguente dipendenza da alcool o sedativi, ipnotici o ansiolitici. L’ansia è spesso collegata a stress come nel colon irritabile, le cefalee, ipertensione.
Assenze
Si, si tratta del PICCOLO MALE che consiste in assenza ovvero in sospensioni brevi della coscienza con interruzioni dell’attività, fissità dello sguardo, assenza di caduta al suolo. A volte è possibile osservare dei brevi movimenti muscolari (clonie) a carico dei globi oculari delle palpebre, degli arti superiori o della testa.
Le assenze in genere si ripetono con una frequenza variabile, con crisi che possono arrivare a 10 – 16 al giorno.
Mancanza di attività intellettiva, forti emozuioni e iperpnea. L’EEG è patologico.
La prognosi è generalmente favorevole e le Assenze scompaiono alla pubertà, mentre a volte possono prolungarsi nel tempo e lasciare il posto ad essere associate a crisi di Grande Male.
Certo, il valproato di sodio si è rilevato particolarmente utile in questo tipo di Assenze.
Attacchi Ischemici Transitori
Le più svariate. una stenosi carotidea o vertebrobasilare, una marcata ipotensione transitoria, aritmie cardiache, un vasospasmo di un’arteria cerebrale.
Sono in relazione al territorio arterioso coinvolto. Il più delle volte compare, invece, debolezza degli arti disturbo del linguaggio e alterazioni delle sensibilità. Possono comparire anche vertigini, che impressionano molto il paziente, o si può manifestare con una sincope o con una improvvisa caduta al suolo senza perdita della coscienza.
Dall’emicrania, dall’epilessia, da un calo di zuccheri, da aritmie, e persino da disturbi nevrotici, ovvero da disturbi di tipo funzionale privi di una base organica cioè alla fine degli accertamenti non emerge alcun dato patologico.
I T.I.A. sono un campanello d’allarme che indica l’esistenza di rischi molto più elevati di realizzare nel futuro un ictus. Questi pazienti possono essere colpiti da ictus e altri incidenti vascolari anche gravi e nell’arco di 5 anni successivi al T.I.A.
Innanzitutto la prevenzione basata sul controllo della glicemia, del colesterolo e dell’esclusione di fattori di rischio quali il fumo e l’obesità. Si consiglia l’esecuzione di attività fisica anche moderata quale una passeggiata di 30/40 minuti al giorno e l’uso di farmaci preventivi quali antiaggreganti e/o anticoagulanti.
Causalgia
Sindromi dolorose urenti cervico-brachiali e degli arti inferiori per interessamento di fibre sensitivo viscerali a carico del nervo ulnare mediano e sciatico.
Assolutamente no. Spesso viene confusa con altri tipi di nevralgia, nevriti , artrosi, osteoporosi con marcata osteopenia, discopatie cervicali e lombari.
Prevalentemente con un attento esame clinico-neurologico.
Cefalee
La cefalea è una malattia complessa, prismatica, che ha mille facce. La più frequente è l’emicrania che si manifesta con crisi dolorose, localizzate o diffuse a tutta la testa con un dolore pulsante o gravativo, nausea, fotofobia, osmofobia e intolleranza ai rumori. Ci sono poi le cefalee tensive che sono caratterizzate da un dolore costante e quotidiano che vengono descritte nei modi più disparati come una compressione intorno alla testa, una tensione dei muscoli del collo o un peso. Ci sono ancora le cefalee psicogene, indotte da disturbi della sfera emotivo-affettiva che turbano molto il paziente, ma ovviamente questo tipo di cefalee si cura debellando la causa scatenante.
Si curano, e se la terapia è centrata il paziente può guarire.
Cefalea a Grappolo
Si, è la cefalea a grappolo le cui crisi si concentrano ai cambiamenti stagionali prevalentemente quando cambiano i valori della temperatura. Gli attacchi si susseguono nelle 24 ore uno o più volte al giorno e durano dai 30 minuti alle 2 ore.
Prevalentemente il ritmo sonno veglia, l’orario dei pasti e i turni di lavoro. Si chiama anche cefalea da orologio e compare nelle prime ore della notte, nelle prime ore del pomeriggio o dopo il pasto serale. Alcuni la definiscono cefalea da suicidio per l’intensità del dolore.
Il dolore è descritto come un coltello piantato nella testa è localizzato indietro e intorno all’occhio con irradiazione temporo-frontale e facciale. La caratteristica peculiare è che il dolore è unilaterale si ripete immancabilmente dallo stesso lato ogni attacco di uno stesso grappolo e spesso anche nei grappoli successivi.
I sintomi tipici sono la lacrimazione, il rossore dell’occhio la congestione nasale e la rinorrea sempre dello stesso lato del dolore. Inoltre, il paziente cammina su e giù per la stanza contrariamente al soggetto emicranico che ha bisogno di stare a riposo al buio.
Una buona risposta si può avere con il litio carbonato, i calcio antagonisti e nei casi di cluster cronico può risultare di una qualche utilità la terapia cortisonica. Non bisogna eccedere con i triplani, che se da un lato curano la crisi dall’altro possono evocare un’altra successivamente.
Cefalea di Horton
E’ una violentissima crisi di Cefalea caratterizzata da dolori accessuali, localizzata per lo più all’occhio, alla regione temporale, spesso sempre da un lato.
La violenza del dolore raggiunge livelli così elevati che può determinare fenomeni sincopali (perdita di coscienza) e alterazioni psicologiche (agitazione psicomotoria e turbe del sensorio).
Il dolore è notturno. Compare e scompare molto repentinamente, spesso in più notti successive alla stessa ora e talora più volte nella stessa notte. Congestione congiuntivale, lacrimazione, rinorrea e arrossamento del viso fanno da cornice al quadro doloroso.
La diganosi è generalmente agevole ed è su base clinica. E’ opportuno eseguire una differenziale con altre patologie: l’ aneurisma della carotide di un seno venoso situato alla base del cranio, forme nevralgiche atipiche facciali e una forma particolare di cefalea caratterizzata da dolore intenso temporale, turgore dell’arteria temporale dimagramento, anoressia e valori elevati della VES.
La cura è complessa ed articolata,va evitato l’uso continuo e protratto di analgesici e triptani che finiscono col peggiorare il quadro clinico ma nel giro di 6/12 mesi il paziente migliora nettamente senza assunzione di analgesici.
Nevralgia del Trigemino
La nevralgia del trigemino è più conosciuta rispetto alla nevralgia vidiana o quella sfenopalatina o quella glossofaringea, meno note ma altrettanto intense come dolore.
Esistono dolori anche molto intensi che colpiscono il cranio e la faccia ma non sono vere e proprie cefalee si chiamano nevralgie.
Con dolori intensissimi folgoranti urenti, improvvisi, della durate di pochi secondi.
La terapia è estremamente efficace se viene posta ovviamente una diagnosi precisa.
Depressione
Difficile esprimere in poche parole una malattia così devastante e complessa come la depressione. Alla larghe linee si può dire che la depressione del tono dell’umore è una patologia che conduce il paziente a non avere più prospettive , a non vivere il presente a pensare ad un passato che gli crea angoscia, rimorsi e rancori.
Esistono varie forme di depressione, da quella normale indotta da un evento della vita come una perdita , il mancato raggiungimento di un traguardo, conflitti sul lavoro o in famiglia. Una volta anche definita depressione reattiva o situazionale. Il più delle volte questa depressione non va assolutamente curata con antidepressivi, perché il paziente deve metabolizzare il suo dolore.La depressione un tempo definita endogena o primaria è cosa assai più complessa. Si può presentare in forma episodica, ricorrente o cronica. I sintomi sono essenzialmente indifferenza per il mondo esterno, incapacità di entusiasmarsi anche per cose liete, astenia, facilità al pianto ideazione polarizzata, desiderio, appena svegli di restare a letto o di tornarci il più presto possibile. Tutti gli interessi sembrano svanire al prevalere dell’idea della morte. Esistono poi sintomi somatici come cefalea, dolori diffusi, turbe gastroenteriche disfunzioni sessuali, alterazioni dell’alimentazione e del sonno.
Certamente si. E’ ovvio che bisogna porre una diagnosi precisa e circostanziata, instaurare una terapia elettiva per il tipo di depressione e che la durata sia sufficientemente estesa nel tempo per evitare recidive.
Oggi i pazienti si definiscono depressi al primo malumore. La depressione è una malattia complessa in cui si trovano sintomi fisici e psichici.
La prima cosa da fare è ascoltare il soggetto eventualmente anche i suoi familiari conviventi.
Il viso esprime angoscia e avvilimento, è lamentoso, ma a volte tenta di depistare il medico parlando dei suoi sintomi fisici così insistentemente incentrando il suo malessere su aspetti organici e non psichici rischiando di finire sul tavolo operatorio.
Direi di si! Bisogna stare attenti perché a volte l’ansia può mascherare il quadro depressivo e ricordare sempre che il rischio dei suicidio nella depressione è molto alto.
Enuresi Notturna
Il termine enuresi notturna definisce una minzione, una perdita di urine completa ed involontaria notturna in soggetti che hanno un controllo sfinterico normale durante il giorno in età superiore ai tre anni.
Il fenomeno non si verifica mai in fase REM, ovvero fase con movimenti oculari rapidi, è più frequente nello stadio IV del sonno non REM. L’episodio enuretico non risveglia il bambino per la particolare profondità del sonno, tipica di questi soggetti. L’enuresi può essere primaria o secondaria.
Il più delle volte il bambino che bagna il letto presenta problemi psicologici familiari o scolastici: il bambino è ansioso, suggestionabile e teme molto il rimprovero dei genitori.
A volte ci sono lesioni neurologiche del midollo spinale o malattie renali o genitali.
Escludendo tutte le cause di tipo organico concernenti le malattie renali, genitali, vescicali e ureterali.
Sicuramente l’enuresi notturna non è un fenomeno epilettico; anche in soggetti epilettici approfonditi studi elettroencefalografici notturni hanno escluso la patogenesi epilettica dell’enuresi.
In genere intorno ai – anni epoca durante la quale diventano più sicuri e meno vulnerabili con minori paure, però hanno il sistema sonno particolarmente attivo per tutta la vita e presentano un tipo di sonno molto profondo.
Epilessia Morfeica o del Sonno
E’ una patologia elettro-clinica in cui ci sono alterazioni dell’elettroencefalogramma e comparsa di tremori ovvero convulsioni tonico cloniche accompagnate spesso da perdita delle urine e morso della lingua.
Si possono definire i casi in cui il fattore faciliante la crisi epilettica è il sonno. La crisi è in genere del tipo convulsivo generalizzato e talora non comporta il risveglio del paziente che al mattino può sentirsi molto stanco, assonnato e meravigliarsi di aver perduto le urine durante la notte.
Spesso la crisi viene riferita dal coniuge per i sussulti provocati dalle convulsioni se queste sono violente, o per il profondo russare post critico se le convulsioni non sono state protratte.
Si osserva un profondo stato soporoso, bava alla bocca e morsicatura linguale. In particolari casi di crisi morfeica il paziente può cadere dal letto e procurarsi un trauma cranico.
Bisogna eseguire un elettroencefalogramma di base ed uno durante il sonno e dopo veglia protratta: formulata la diagnosi si instaura una terapia antiepilettica.
Fibromialgia
La diagnosi di fibromialgia è complessa perchè i sintomi che costituiscono questa malattia sono molteplici. essenzialmente tale patologia si caratterizza per la presenza di dolore, il più delle volte generalizzato ma particolarmente intenso in alcuni punti del corpo che se sollecitati con la digitopressone evocano un dolore molto acuto. sono i trigger points che il medico stimola e sono localizzati essenzialmente a carico degli arti superiori e inferiori, al collo al torace e parallelamente alla colonna vertebrale specie in regione cervicale , dorsale e lombare. questi punti dolenti costituiscono un indizio di sindrome fibromialgica perché esistono altri sintomi di varia natura.
Un altro sintomo presente nella fibromialgia è la stanchezza: il paziente ha difficoltà a compiere movimenti anche lievi dopo che ha compiuto una breve passeggiata ha dolori nelle gambe e avverte una profonda stanchezza come se avesse camminato per ore. un disturbo del sonno caratterizzato da frequenti risvegli con la sensazione di non aver riposato per nulla è un altro sintomo molto frequente nella malattia.
Parlavo prima di confusione perché non sono solo questi i sintomi della fibromialgia ma ce ne sono molti altri e spesso questi pazienti vengono considerati depressi o ansiosi senza esserlo, nel modo più assoluto. semmai la depressione e l’ansia potrebbero costituire una risposta alla fibromialgia. possono interpellare il medico per il mal di testa, per vibrazioni o fischi nelle orecchie, per disturbi gastroenterici,per un urgenza minzionale, per alterazioni della temperatura del corpo; un vago senso di vertigine o di instabilità viene riferito da un’alta quota di pazienti ma l’otorinolaringoiatra non trova segni di patologia. può essere interpellato il neurologo per una difficoltà nella concentrazione, per una sensazione di testa confusa, per una riferita perdita di memoria a breve termine, insomma in una parola sola questa malattia si caratterizza per la pleiotropicità dei disturbi allegati.
No. Esistono numerose ipotesi che vedono in campo patologie ormonali , in particolare, a carico della tiroide, disordini neurotrasmettitoriali centrali, disorganizzazione della struttura del sonno che vedrebbe un’incapacità di questi pazienti a rilassare i muscoli, perchè esisterebbe una mancata o carente quantità di sonno REM rispetto al sonno superficiale.
Sono state poste in essere numerose terapie ma le risposte sono state parziali e diverse a seconda dei pazienti fibromialgici. pare che esista una resistenza al dolore dei farmaci utilizzati da parte di questi pazienti che assumono frequentemente antinfiammatori con risultati non brillanti. per migliorare la qualità del sonno si possono prescrivere antidepressivi miorilassanti e a volte anche ansiolitici per migliorare la rigidità muscolare. solo una parte di questi pazienti risponde al gabapentin, mentre pare che ci sia un certo ristoro eseguendo una periodica attività fisica. a volte anche i massaggi rilassanti possono migliorare la qualità del sonno. poi ogni medico in base, alle proprie esperienze cliniche utilizza farmaci nootropi per migliorare i disturbi cognitivi. per quanto mi riguarda un’ alleanza terapeutica tra medico e paziente può migliorare le risposte ai farmaci.
Vede io non sono mai stato, con miei pazienti anche non fibromialgici un terapeuta che usa toni sensazionalistici ma,,al contrario mi pare rispettoso essere estremamente concreti senza perdere quell’atmosfera di ottimismo e di speranza che deve caratterizzare tutti i rapporti umani: il rapporto medico-paziente è, in primo luogo, un rapporto umano.
Ictus Amnesico (Amnesia Globale Transitoria)
Certamente è una patologia apparentemente rara, ma in realtà più frequente di quello che si possa pensare. Colpisce prevalentemente soggetti tra i 50 – 60 anni senza una causa scatenante precisa.
E’ un’assenza di memoria, si instaura bruscamente, dura normalmente dalle 6 alle 12 ore, massimo un giorno. Può recidivare, anche se raramente.
Il paziente in pieno benessere, incomincia ad essere irrequieto non conosce l’ora, si interroga con perplessità su ciò che ha fatto, su ciò che lo circonda e reiteratamente pone le stesse domande, del tipo: “dove sono”, “che ci faccio qui”, “che ora è”, è una sorte di sindrome di Korsakoff acuta transitoria.
L’unico effetto che permane è un’amnesia lacunare relativa a quelle ore in cui si è manifestato il deficit della memoria. La peculiarità è che il paziente non è disorientato nello spazio e la vigilanza è conservata.
La causa attualmente non è certa: può trattarsi di un disturbo circolatorio dell’ippocampo di cui comunque non risulta traccia, perché sia l’esame clinico che la RMN, il doppler, l’elettroencefalogramma sono tutti negativi.
Insonnia
L’insonnia è un disturbo molto frequente che colpisce la fascia di età più produttiva compresa fra i 30 e i 60 anni. Consiste nella difficoltà dell’addormentamento definita insonnia iniziale. Si può manifestare con frequenti risvegli notturni e questa è l’insonnia centrale, si può manifestare con risvegli precoci, per esempio intorno alle 5 del mattino e questa è l’insonnia definita mattutina.
Un semplice mal di denti impedisce il sonno, ma malattie come il diabete, cardiopatie, malattie infiammatorie o degenerative possono creare numerosi disturbi dell’organizzazione del sonno con fasi REM e non REM non organizzate. Esistono poi le insonnie primitive che consistono in disturbi del sonno dovuti a stress, ansia, depressione, per cui il paziente non riesce a riposare per un disagio psichico che interferisce con la struttura del sonno.
Non con il fai da te. Non usando alcolici. Non assumendo compresse che rendono cronico il disturbo. Va fatta una diagnosi precisa del tipo di insonnia e prescritta una terapia elettiva con farmaci ipnoinducenti.
Morbo di Parkinson
Essenzialmente il paziente è ipomimico, l’espressione della faccia non va di pari passo con l’emozione che il paziente vive. È compromesso il tono muscolare, sussiste una ipertonia plastica a carico dei muscoli degli arti che produce un’andatura in cui scompaiono i movimenti pendolari degli arti superiori durante la deambulazione. Il parkinsoniano ha un atteggiamento definito camptocormico . Ad aggravare la situazione è presente un tremore a carico delle mani a fini scosse per cui sembra che il paziente stia contando soldi.
Certamente i soggetti con età compresa tra i 50 e i 70 anni, ma esiste anche un parkinson giovanile che può essere anche fortemente invalidante. L’andatura a piccoli passi consente di fare diagnosi vedendo camminare il paziente anche per strada.
Esistono numerose terapie per il parkinson, ma il discorso andrebbe fatto caso per caso, trattandosi comunque, di una malattia degenerativa, a tutt’oggi non si può ancora parlare di guarigione completa ma si può certamente rallentare l’evolutività della patologia e lenire i sintomi.
Tic
Sono movimenti involontari improvvisi di cui non si riconosce la finalità. Di solito sono di breve ampiezza e interessano la muscolatura del volto o degli arti.
L’ammiccamento, il sollevamento della spalla, la protrusione linguale e vari tic facciali che possono mimare vere e proprie smorfie, come il soffiamento a varie contorsioni della bocca.
Premesso che la caratteristica dei Tic è la ripetizione della contrazione muscolare nello stesso distretto o per gruppi di muscoli, tanto che se vengono interessati più gruppi muscolari contemporaneamente si possono creare difficoltà nella deambulazione e nella guida dei veicoli. Possono interessare sia l’uno che l’altro.
Si tratta di fenomeni assolutamente benigni che nello stesso soggetto possono interessare territori diversi in epoche successive: la maggior parte origina da disturbi di tipo psicologico. Va tuttavia menzionato che la malattia di Gilless de la Torrette è la grave forma di encefalite che inizia con la presenza di Tic persistenti e numerosi.
La diagnosi differenziale va posta con le mioclonie, con lo spasmo e con la fascicolazione.
Esistono varie terapie che tengono conto della personalità del soggetto e del disturbo psichico alla base della patologia.
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